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Tutti i meme sono uguali e si rifanno alle figure retoriche della tradizione
I meme, visto uno visti tutti. I tipi più frequenti di meme, perché è la fantasia che manca e quel che conta è essere ciò che piace.
Perché i meme?
Sappiamo tutti che cosa sono i meme da quando sui social network troviamo le solite immagini con una scritta sopra. Ne è nato un business, o meglio un'ossessione, e creare un meme capace di ottenere migliaia di like e condivisione è la ragione di vita per molti admin di pagine Facebook.
Prima dei social network esisteva già un fenomeno simile. Tutti avevamo quel contatto che ci inoltrava e-mail con vignette, test divertenti, rompicapo da risolvere e inoltrare ad altre 10 persone ecc. La pratica dell'inoltro molesto di e-mail senza considerazione dei destinatari diventava un motivo di scontro e di richiamo a un comportamento meno goliardico; venivano scritte le prime netiquette e inoltrate come risposta a chi inviava continuamente e-mail non strettamente utili.
I meme funzionano se l'immagine è universalmente riconosciuta, se la scritta da abbinare è attuale e se con l'arma dell'ironia il meme colpisce un altro gruppo sociale e - allo stesso tempo - eleva il proprio.
L'immagine universalmente riconosciuta rappresenta un'espressione del volto, un frame di un video, un gesto, una faccia ecc. che tutti hanno visto. La stessa immagine, se ha successo di condivisione, sarà usata ovunque. Alcuni siti sono dei veri e propri archivi di immagini da usare per i meme.
La scritta deve essere riportata sull'immagine, così che possano viaggiare insieme nell'infinita rete di Internet. Sarebbe più facile riportare la sola frase come status testuale, ma non avrebbe lo stesso successo. L'immagine di sfondo dà credito quando non se ne ha, è la maschera che ci dà il potere di dire quella frase come se non fossimo noi a dirla. La frase di solito riprende un fatto di attualità, riporta - riadattate - le parole di un personaggio noto o esagera una gaffe.
L'ironia spesso non è ironia, ma cattiveria. Una cosa è ridere e un'altra cosa è deridere. Il successo di molte pagine Facebook è dovuto alla spregiudicata derisione dell'altro e alla contemporanea esaltazione di se, promuovendo i propri difetti e i comportamenti da censurare come irraggiungibili pregi e status symbol.
I tipi più frequenti di meme
Io non seguo le pagine Facebook specializzate in meme, perché non mi piacciono i meme e non partecipo all'euforia collettiva della condivisione di meme.
Di seguito, propongo i tipi più frequenti di meme, a seconda del lay-out, della scritta, della composizione. I meme si somigliano tutti, sono tutti uguali ed è per questo che piacciono. A voi piacciono le cose che conoscete già e vi diverte ciò che già vi ha fatto ridere.
Le pagine Facebook hanno bisogno di like e per avere like serve la visibilità. Gli algoritmi di Facebook sembrano favorire le pagine che pagano per sponsorizzare i propri contenuti e penalizzano le altre. I meme generano traffico e aumentano la visibilità, non a caso le pagine demenziali pubblicano in continuazione meme.
I meme aggiunti come esempio sono scaricati da Internet e, dove riconoscibile, riporto il riferimento.
Nella generazione dei meme sono riconoscibili alcune figure retoriche della tradizione: climax, anadiplosi, epiteto, iperbole, enumerazione.
Climax
Ho individuato due lay-out tipici per i meme che usano il climax per esaltare un gesto, un comportamento, un modo di dire, rispetto ad altri.
Uno usa l'immagine del cervello, come simbolo di elevata intelligenza; l'altro, usa l'espressione di piacere delle donne, per esibire qualità nascoste.
Fonte: dalla pagina Facebook Scaricatori di porto.
Fonte: dalla pagina Facebook Sesso droga e pastorizia.
Anadiplosi
Non c'è nulla di più scontato di un meme con uso dell'anadiplosi. L'anadiplosi è una figura retorica scontata e ormai abusata nei meme.
Fonte: pagina Facebook Il triumvirato.
Fonte: pagina Facebook Scuola Zoo.
Epiteto
Sono un meme semplice.
Fonte: dalla pagina Facebook Nasce, cresce, ignora.
Fonte: dalla pagina Facebook Senza futuro ma a cazzo duro.
Iperbole
Esagerare e sentirsi l'eroe del giorno.
Fonte: da Facebook.
Fonte: dalla pagina Facebook Nasce, cresce, ignora.
Enumerazione (Starter pack)
Facciamo una lista e vediamo se manca niente. Per cominicare, lo starter pack.
Fonte: da Facebook.
Fonte: da Facebook.
Ultima moda: tagga un amico
Per generare traffico e aumentare visibilità, gli admin hanno scoperto un trucco: proporre un'immagine e chiedere di taggare un amico.
Con chi partiresti per un'isola deserta? Tagga un amico.
Chi mangerebbe questa pizza da un metro di raggio in un'ora? Tagga un amico.
Facciamo chiarezza
Non vi sto dicendo di smettere di condividere i meme. Non vi sto dicendo di smettere di seguire le pagine che sversano meme sulla Rete. Non vi sto dicendo di togliere dalla lista degli amici quelli che elemosinano i vostri like con i meme.
Vi sto dicendo che i meme sono una cagata pazzesca.
Qualcuno dirà di usare Facebook per se stesso e di non essere interessato alle reazioni. Non è vero. Se fosse così, allora imposta la privacy su solo io.
About me
Antonio Picco, blog on-line dal 2003.
Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
Le parole sono di tutti e le opinioni si condividono.
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