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Il bacio del risveglio

Si consuma tra le colonne viola
lo straccio di un'ora appeso alle dodici.
Piove, correndo su scale massicce
per disegnare su pagine i codici
che sono come la cera che cola.

Per se domanda lo sguardo lo specchio,
mostra il riflesso argentato che è lucido
nell'oro delle cornici posticce;
incrocia gli occhi lo sguardo in un unico
istante ed ecco scompare lo specchio.

Non c'è luce, non c'è giorno né notte,
suoni rimbalzano dentro una scatola;
i sensi esplodono senza le micce
rossi e di zucchero come una fragola.
Parlano voci parole interrotte.

Volano senza le ali fiamme bianche
tra pietre, torri e portoni di ruggine.
Sono parole che stridono alticce,
piume di ferro bruciate da un fulmine,
queste visioni che strisciano stanche.

È controluce che si aprono gli occhi
e nel silenzio profumano i petali.
Scopre la terra radici nericce,
sta con le labbra baciando al Getsemani
quell'io cosciente che piega i ginocchi.