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Pubblicità Orocash con Pozzetto, tradite le migliori intenzioni della campagna pubblicitaria

orocash (46K)

Renato Pozzetto presta il volto a Orocash, azienda che - come si legge in un comunicato - opera nel commercio dei preziosi dal 1999, alcuni anni prima della diffusione dei negozi compro oro in tutte le città italiane. Il comunicato sul sito ufficiale dell'Azienda spiega i motivi della campagna pubblicitaria, trasmessa in questi giorni sulle principali reti televisive; l'Azienda riconosce come il commercio dei preziosi, venduti dai privati in cambio di contanti, possa nascondere anche attività illegali: la campagna pubblicitaria del marchio è per Orocash una presa di distanza dai concorrenti.

Lo spot con Renato Pozzetto è un breve scatch in cui il comico sceglie di vendere alcuni oggetti di valore (un vassoio d'argento che stava sempre in cantina, dei portachiavi, un orologio d'oro ...) in cambio di contanti per comprare un televisore più grande, alcuni portafoto per amici e parenti, una crociera tra i delfini ecc. Pozzetto è preciso nel dire di aver scelto Orocash, per non sbagliare.

Vedendo solo lo spot in tv non emergono le motivazioni della campagna pubblicitaria spiegate nel comunicato e, cioè, il volersi proporre come azienda autorevole e affidabile per il commercio dei preziosi; il messaggio che, invece, arriva al pubblico è che si possano vendere con facilità i propri oggetti preziosi in cambio di contanti per comprare anche cose inutili, come un televisore più grande o una vacanza in crociera. Chi decide di vendere i propri oggetti preziosi, in verità, spesso non lo fa per comprare cose inutili ma per far fronte alle spese quotidiane o impreviste che a causa della cattiva situazione economica sono sempre più difficili da sostenere. La gente comune non ha oggetti preziosi non di valore affettivo a casa e quando deve venderli non lo fa a cuor leggero.

L'oro è un bene il cui valore non cambia a seconda della forma, del marchio o dell'obsolescenza: l'oro è oro e ha un valore stabilito dal mercato. Quando si vende l'oro a un'azienda che poi lo rivende, siccome non potrà rivenderlo a un prezzo superiore a quello di mercato, per trarne profitto deve comprarlo dai privati in cambio di meno soldi di del suo reale valore di mercato (i grammi d'oro). Più è forte il bisogno di contanti, più si ha fretta di vendere e tanto più basso sarà il prezzo che ci farà il compro oro. Se il compro oro acquista preziosi a bassissimo prezzo dai privati, quando li rivende al valore di mercato otterrà un guadagno maggiore. Quindi, far vedere come sia facile vendere l'oro servirà - per i meccanismi di domanda e offerta - a far crescere il numero dei privati disposti a vendere e a far scendere il prezzo dell'oro venduto dai privati massimizzando la reddittività dell'azienda.
La strategia è simile a quella usata dalle compagnie aeree low cost: la pubblicità mostra come sia facile con pochi euro volare attraverso tutto il mondo, innescando il desiderio di vacanza anche a chi non ne avrebbe le possibilità; una volta creato il desiderio, anche se l'offerta dei pochi biglietti a prezzo irrisorio sarà terminata, saremo comunque disposti a compare un biglietto ad un prezzo più alto di quello promozionale pur di soddisfare la voglia di volare. Per l'oro, una volta che ci si prospetta la possibilità di avere del contante facile, anche a un prezzo meno vantaggioso di quello atteso, comunque venderemo.

In conlusione, la campagna pubblicitaria di Orocash, nonstante le migliori intenzioni dell'Azienda, non si rivela a favore della legalità e dell'affidabilità del marchio ma diventa la pubblicità dei compro oro in generale e contribuisce a far crescere la redditività del commercio di preziosi da privati a discapito di questi.

Per l'immagine, fonte: orocash.it.

Dettagli: 23/05/2013 · 4508 view

About me

Antonio Picco, blog on-line dal 2003.

Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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