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Se non sai usare Twitter, ti seguo ancora ma senza leggere i tuoi RT

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Il RT (retweet) è per molti un gesto di generosità e di umiltà, perché è come offrire a qualcun altro la propria platea di ascolto. La bontà del gesto chiede l'impegno morale di essere ricambiato, magari dalla twitstar che si sta coccollando con RT e menzioni martellanti.

Secondo me, il RT è anche un gesto di prepotenza, perché si sbatte nella timeline di chi ci segue il tweet di qualcuno o qualcosa che non interessa loro.

I meglio informati sapranno già della possibilità di nascondere dalla timeline i RT provenienti da uno specifico utente. Ne dà notizia il servizio di supporto di Twitter.
Quando non ne possiamo più dei RT del dato utente che seguiamo, e che vorremmo continuare a seguire, basterà cliccare sul suo profilo, cliccare sulla rotellina dentata sulla destra e selezionare turn off retweets.

La timeline di Twitter si fa, così, più democratica e risulta più coerente con il seguire le persone e le cose che più ci interessano. Sembra anche che nella stanza dei bottoni di Twitter i guru si siano accorti del risvolto cattivo del RT. Tanti, purtroppo troppi, usano Twitter non più per seguire cosa interessa loro ma per twittare nella pretesa di essere ritwittati e ce ne accorgiamo quando alcuni hashtag sono più virali degli altri: nella speranza di vedersi ritwittati, questi si mettono di impegno e insistono sullo stesso hashtag o sullo stesso tweet a tema. Se non ricevono RT, ecco che ci ricordano dell'esistenza dell'apposito tasto magico, del fatto che sia gratuito o di quanto sia bello farlo.

Qualcuno dirà che questo sia un gesto di ipocrisia e poco democratico. Invece, prendersi cura della propria timeline è segno di profondo rispetto nei confronti di chi seguiamo, di tutti quelli che seguiamo.

Allo stesso modo mi piacerebbe che Twitter desse la possibilità di nascondere i tweet di quelli che rispondendo alle conversazioni, che a volte sono lunghe, mettono la menzione alla fine o in mezzo al testo, invece che all'inizio, quasi a voler costringere tutti a farsi i fatti loro. Con la menzione all'inizio, il tweet non compare sulla timeline di tutti quelli che ci seguono, ma solo dei follower che abbiamo in comune noi e il menzionato. Io non vedo il motivo per cui dovrei interessarmi a una conversazione che, così, leggo solo in parte perché uno degli interlocutori non è tra chi seguo oppure ho intenzione di seguire.

Dettagli: 26/07/2014 · 1611 view

About me

Antonio Picco, blog on-line dal 2003.

Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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