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Questo libro è un'offerta che devi rifiutare

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Le librerie reagiscono al libro di Salvatore Riina con cartelli acchiappa like su Facebook e non credono alla capacità di giudizio dei lettori.

Il libro di Salvatore Riina

Nessuno si sarebbe accorto dell'uscita del libro scritto da Salvatore Riina, figlio di Totò Riina, se quella sera Bruno Vespa non ne avesse intervistato l'autore in una puntata di Porta a Porta. Senza le polemiche sulla messa in onda dell'intervista e senza l'intervista stessa, quel libro forse sarebbe soltanto un nuovo titolo da comprare approfittando dell'offerta di 3 libri a 3 euro.

Invece, galeotto fu il libro e chi lo scrisse ma da quel giorno nessuno lo leggerà, a causa delle librerie che si rifiutano di ordinare e di vendere il libro.

Non si ordina né si vende il libro

Molte librerie, come questa, espongono sulla vetrata di ingresso un cartello di avviso: non si ordina né si vende il libro di Salvatore Riina.

Per sapere che cosa c'è scritto in un libro bisogna leggerlo e, per poterlo leggere, lo si deve comprare (generalmente). Leggere un libro non vuol dire condividerne il contenuto e vale come per i retweet: RT is not endorsement. Le librerie si sentono di svolgere un ruolo educativo nei confronti dei clienti, ma si fanno anche censori nel nome della morale.

Indice dei libri proibiti

Come ai tempi dell'Inquisizione, le librerie che espongono quel cartello si preoccupano dell'eventuale corruzione morale dei lettori, come se quel libro svelasse altre verità oltre alla vera verità.

I lettori possono leggere solo testi approvati e in linea con i dogmi della fede; per le librerie, leggere vuole per forza dire condividere ed approvare le cose che si leggono. Leggere non per conoscere ed esprimere un giudizio critico personale, ma leggere per informarsi e uniformarsi, senza la possibilità di avere un'opinione personale.

Poi, fa pubblicità

La libreria espone quel cartello; qualcuno che fa gli una foto e la pubblica su Facebook ci sarà. Così, tutti metteranno un like alla foto, come se per combattere la mafia bastasse un like, come se non leggere che cosa scrive Salvatore Riina fosse lotta alla mafia.

Il cartello, allora, diventa una forma di pubblicità per la libreria, perché qualcuno ne scriverà un articolo come questo e tutti avranno belle parole per quella libreria che si oppone alla mafia.

Clienti o discepoli?

Se le librerie avessero rispetto e considerazione dei loro clienti lettori, saprebbero che leggere è un modo per conoscere e che conoscere è l'unico modo per esprimere un'opinione su qualcosa.

Una libreria che non ordina né vende un libro, considera i lettori come discepoli da indottrinare secondo verità di fede, quindi pur vendendo libri non crede nel potere rivoluzionario di cui i libri stampati sono stati capaci negli ultimi secoli.

Dettagli: 11/04/2016 · 1183 view

About me

Antonio Picco, blog on-line dal 2003.

Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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