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Aiuta Facebook a combattere i titoli ingannevoli clickbait
In troppi si lamentano che su Facebook ci sono troppi titoli ingannevoli, usati come esca (clickbait), e Facebook corre ai ripari.
Quei titoli ingannevoli
Il consueto appuntamento con la rassegna stampa dei giornali on-line è su Facebook e sui social network in generale. Con la condivisione su Facebook del link di un articolo, nel post sono visualizzati il titolo, un'immagine e un brevissimo riassunto di cosa c'è scritto.
Il titolo è, quindi, usato come un'esca (bait in inglese) e lo scopo è aumentare il numero di click, per almeno due motivi:
- in molti commentano o mettono un like al link solo leggendo il titolo senza cliccare sul link per approfondire; con il titolo giusto, invece, aumentano i click;
- i quotidiani on-line si mantengono con la pubblicità che paga in base ai click sull'articolo.
Sono titoli ingannevoli se intenzionalmente non entrano nel nocciolo della questione o se stuzzicano la curiosità del lettore, lasciandolo però infine con l'amaro in bocca. Ad esempio, qui riportavo alcuni titoli ingannevoli da un noto sito di informazione on-line:
- La star mondiale e il selfie hot: la riconoscete?
- Loredana Lecciso, furia contro i social: sporge denuncia, ecco cosa le è successo;
- Cher, i giornali la danno malata e morente: lei dopo il malore si fa vedere così.
Vogliamo cose autentiche
Secondo la definizione di clickbait proposta da Facebook, sono ingannevoli i titoli che invogliano a cliccare sul link per vedere di più, senza dare maggiori informazioni, seppur minime.
Quei titoli saranno molto cliccati e, per come funziona l'algoritmo di Facebook, più click vuol dire più visibilità al link nella home di Facebook. Inevitabilmente, a pagare il prezzo più alto sono sempre gli onesti che nel modo in cui scrivono i titoli lasciano al lettore la scelta di cliccare o meno senza ingannarli con stupide esche.
Tu hai mai abboccato?
Facebook è in grado di riconoscere i link clickbait, ad esempio misurando quanto tempo passiamo sul sito linkato, secondo la presunta diretta proporzionalità tra interesse e validità del contenuto.
I link con titoli ingannevoli falsano il lavoro dell'algoritmo di Facebook che perde di credibilità.
I titoli ingannevoli sono tutti uguali
Ormai abbiamo esperienza di come i titoli ingannevoli suonano e anche Facebook ha imparato a riconoscere come quei titoli sono scritti. Infatti, in questa nota Facebook spiega come con un aggiornamento del suo algoritmo sia ora in grado di identificare le espressioni più comuni tra i titoli clickbait.
Già oggi, niente più titoli ingannevoli
La nota di Facebook su come ridurre i clickbait è del 4 agosto (ieri), ma già da almeno un anno era pianificata la guerra contro i furbetti del titoletto.
Oggi 5 agosto, visitando i più noti siti di informazione on-line, con sorpresa ho visto sparire tutti quegli "ecco cosa è successo", "non crederai", "5 cose che non sai su...", "guarda il video che ha fatto il giro del Web" ecc.
Ora tocca a te
Ora tocca anche a te aiutare il Web ad essere un posto più pulito, evitando di cliccare sui titoli ingannevoli.
Se proprio non riesci a resistere e sei troppo curioso, allora in queste poche righe ti spiego come faccio io usando Google e i commenti.
About me
Antonio Picco, blog on-line dal 2003.
Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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