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Quello che i telegiornali vi dicono sul Ferragosto degli italiani

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E soprattutto che cosa ci nascondono?

Cosa fai a Ferragosto?

La giornata festiva del 15 agosto arriva, come sempre, dopo il 14 e prima del 16. La festa sta nel calendario; il preavviso è lungo e non ci sono scuse per non avere fatto dei programmi su come trascorrere la giornata.

L'allegria, invece, non sta nel calendario. Stanchezza, pensieri, il lavoro, la linea, i soldi e altro possono turbare la serenità comandata del giorno festivo. A insistere sul giorno festivo, che deve essere festeggiato, c'è la tipica domanda: cosa fai a Ferragosto?

I primi a farti la domanda, diciamo a giugno, sono i reduci del Primo maggio in cerca di idee su come far festa. Con l'avvicinarsi del giorno 15, la domanda si fa sempre più interessata e cattiva: cosa fai a Ferragosto? Non è che vuoi divertirti, vero?

La grigliata

Con la bella stagione si fanno due cose: tagliare il prato e fare la grigliata di carne (o di pesce). Sarà il fuoco, sarà l'aria aperta o l'istinto di togliersi i vestiti a fare della grigliata uno strano rito tribale. Come i popoli primitivi di cacciatori e raccoglitori, conserviamo la spinta inconscia di riunirci a mangiare della carne attorno a un fuoco acceso.

Con la grigliata ci vuole il tiramisù, magari nella variante estiva con le fragole. Il tiramisù, lo porta lei. Di solito, se lei prepara sempre il tiramisù è perché sa fare solo il tiramisù.

Le interviste alla gente nei TG

Non è una notizia ma il Ferragosto degli italiani fa notizia. Così, ogni anno i TG informano gli italiani che sta per arrivare Ferragosto ed è interessante mostrare in televisione come si passa la giornata al mare, in montagna e in città.

I numeri fanno la differenza. Contare i milioni di euro spesi in cibo, in benzina, in bevande ed altro fa sembrare tutto gigantesco e faraonico. Ci deve essere un piacere vizioso nel numero e nel sapere di aver contribuito a far parte di quel numero. Il numero è democratico.

Con la forza dei numeri il popolo è condizionato psicologicamente a compiacersi dell'uniformità e del sentirsi tutti uguali.

Tutti al mare!

Al mare, ma in spiaggia libera o in spiaggia attrezzata? E poi, col pranzo al sacco o pranzo al ristorante?

Dai reportage sui vacanzieri nelle spiagge libere emerge il ritratto del poveraccio medio, buttato su un telo e arso dalla salsedine come Ulisse naufrago sull'isola dei Feaci.

Siccome è poveraccio, il bagnante delle spiagge libere si nutre di un frugale pranzo al sacco con antipasti, tris di primi, bis di secondi, frutta, dolce e gelato. La domanda del giornalista è tipica: vi portare il cibo da casa per risparmiare perché c'è la crisi e voi siete dei poveracci?

Al contrario, dai reportage dalle spiagge attrezzate emerge il ritratto dell'italiano perbene, che spende anche fino a 100 euro al giorno per un lettino e un ombrellone; non c'è il pranzo al sacco ma una salutare colazione al bar dello stabilimento con insalatone e servitù locale, cioè i giovani che finalmente hanno voglia di lavorare.

In ogni caso, al mare le chiappe non sono più chiare, ma riccamente decorate con tatuaggi e coloriture varie.

In montagna si mangia

Gli innamorati della montagna salgono sui tetti del mondo per sedersi su qualche tavolaccio in legno a mangiare speck, formaggi, zuppe, canederli e strudel.

Ai villeggianti montanari piace recarsi a fare visita al Vecchio dell'Alpe che vedono in ogni gestore del ristorante dove si fermano a mangiare. Da parte loro è un gesto di generosità, perché quella povera gente di montagna che vive con poco va sostenuta e aiutata, almeno una volta l'anno.

E... state in città

Chi resta in città? Di buon mattino i giornalisti si infilano tra i viali vuoti delle città ad agosto; si fermano quando incrociano una vecchia col vestitino a fiori e la domanda tipica è: signora, non è andata in vacanza perché l'hanno abbandonata in città e perché i soldi della pensione non bastano?

Per l'immagine, morguefile.com @irkengirdib.

Dettagli: 13/08/2017 · 1285 view

About me

Antonio Picco, blog on-line dal 2003.

Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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