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Una frase sullo scontrino, una foto pubblicata sui social e la pubblicità è gratis

SCONTRINO-INDIGNAZIONE (30K)

La scritta giusta su uno scontrino come nuova forma di pubblicità, tra indignazione e frustrazione del Web.

Colpire l'opinione pubblica

Sei su un social network e vuoi catturare l'attenzione del maggior numero di persone possibile, magari gratis. Il Web ti illude di poter raggiungere il massimo numero di persone possibile, perché ogni tuo messaggio è leggibile da chiunque sia connesso, ma si perde nel flusso costante delle pubblicazioni di tutto il resto del mondo. È come trovarsi in mezzo a una folla dove tutti parlano tra loro e pretendere quel momento di silenzio perché tutti ascoltino anche una sola delle tue parole che hai da dire.

Serve il gesto forte per colpire l'attenzione e conquistare una parte dello spazio mentale del pubblico, a cui chiedere di condividere, mettere il like, commentare e rendere virale il tuo messaggio.

I social network aiutano a incanalare gli sforzi, proponendo i trending topics, cioè i temi principali di cui la maggioranza parla o di cui si vorrebbe far parlare la maggioranza. Un po' come succede nei dibattiti pubblici che sono indirizzati ad arte su questioni considerate di interesse generale. I trending topics arrivano a valanga, ne parlano tutti per giorni e poi, improvvisamente, nessuno ne ha più memoria. Non te ne accorgi subito che tutto quel parlare ha generato un cambiamento, anche piccolissimo, nella vita di tutti.

Le dinamiche dei social network lasciano qualche spiraglio di improvvisazione e, con un po' di fortuna e una pressante ma discreta presenza delle agenzie di pubbliche relazioni, puoi anche tu goderti il quarto d'ora di popolarità, che sia buona o cattiva. Un modo è far leva sull'indignazione, sull'ingiustizia di un torto subito e sui gruppi sociali con un'immagine debole, perché le frequentazioni dei social network trasudano di frustazione e di complessi di inferiorità. Pensiamo, per esempio, alle denunce di molestie sessuali delle attrici del cinema, ai naufragi in mare, ai malati di cancro che si raccontano sui social, ai pregiudizi dei poliziotti in USA sui neri, all'omofobia ecc.

Quasi due anni fa, in Ecco perché la censura su Facebook dovrebbe essere un servizio a pagamento proponevo a Zuckerberg di offrire la censura come un servizio a pagamento, visto il ritorno di popolarità che porta il poter dire di essere stati censurati da Facebook, il social dove anche i negazionisti dell'olocausto hanno diritto di esistere.

Scrivilo sullo scontrino

Anche lo scontrino fiscale trova il suo momento di gloria. Spesso neanche lo guardi e per obbligarti a chiederlo c'è voluta la minaccia di una multa.

La foto di uno scontrino che fa leva sull'indignazione, sull'ingiustizia di un torto subito e sui gruppi sociali con un'immagine debole diventano virali, anche fuori dai social network.

Ne propongo alcuni, come si trovano con una ricerca su Google.

Un caffè in piazza San Marco a Venezia

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Da veneziatoday.it

L'episodio risale a qualche anno fa. Era il 18 agosto del 2013. Un gruppo di turisti italiani si siede a un tavolino di un noto locale in piazza San Marco a Venezia. Ordinano dei caffè, alcuni corretti e altri no. Poi arriva il conto e si trovano a pagare 100 euro.

Fanno la foto allo scontrino e la pubblicano on-line, indignati. Non solo indignati ma anche compiaciuti di essere stati per un momento dalla parte del mondo dei danarosi che possono spendere 100 euro per un caffè. Del resto, non si ferma davanti a 100 euro chi giunge a Venezia da ogni parte del mondo per realizzare il viaggio da sogno di una vita.

La bestemmia

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Da ilgiornale.it

Google riporta alla memoria lo scontrino blasfemo del 20 novembre del 2016. In un pub di Legnago la movida è guastata dall'insolita ordinazione contrassegnata sullo scontrino con una bestemmia.

Non hanno in mano uno scontrino ma un meme di carta. Fanno la foto e la pubblicano. La foto diventa virale grazie ai blasfemi del social network, che sono sempre da ricercare tra i frustrati che sentono il bisogno di emergere nel gruppo e compiere grandi gesti.

Il Duce

scontrino-duce (81K)
Da blitzquotidiano.it

Quello scontrino battuto l'11 dicembre del 2014 al Bar Armando è onesto: il caffè costa un euro. Però, in calce compare il volto del Duce.

L'avventore scatta una foto allo scontrino e il Web si indigna. La pubblicità, positiva e negativa, è assicurata per il Bar Armando. L'avventore conserva il piacevole ricordo di aver condiviso una foto virale, compiendo così un gesto che in tanti hanno replicato.

Romano...

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Da oggi.it

Anche lo scontrino con la dedica al romano è diventato virale per qualche giorno, dopo la pubblicazione della foto sul Web del 30 agosto del 2014.

Il titolare della pasticceria parlava di una goliardata. Invece, sul Web c'è stata molta indignazione.

Omofobia in pizzeria

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Da oggi.it

Forse è il primo scontrino con scritte offensive per gli omosessuali ed è stato pubblicato il 26 agosto del 2014. Nel riportare la foto sui quotidiani on-line sono state censurate le denominazioni di due pizze, mentre è evidenziato in rosso quel mi raccomando so ricchioni, scritto in dialetto.

Spremuti da Cracco

scontrino-cracco (94K)
Da a dissapore.com

Il nome di Cracco è scritto molto in grande sullo scontrino. Non capiti per caso nel locale di Cracco, ma ci vai appositamente: sarà il nome, la TV, la location, il bisogno di andare in un posto esclusivo per curare la propria reputazione on-line.

Questa volta chi ha pubblicato lo scontrino ha ricevuto insulti, da parte del Web indignato per lo schiaffo alla povertà e agli italiani che fanno fatica ad arrivare a fine mese. Il problema è che vorresti fosse tutto gratis e a portata di mano, come gratis e a portata di mano sono - per esempio - Facebook e WhatsApp.

Sono passati pochi giorni dallo scontrino di Cracco e già non ne parlano più sul Web.

No pecorino

scontrino-no-pecorino (53K)
Da ansa.it

Torniamo ai giorni nostri con lo scontrino che tanto sta facendo ancora discutere il Web.

Da quanto riportato sui quotidiani on-line, il cameriere responsabile della scritta lavorava a chiamata nel locale; dopo l'episodio dicono di averlo licenziato, anche se mai formalmente assunto perché chiamato il giorno prima per il giorno dopo, senza tutele, senza formazione, per pochi euro al giorno.

Piovono recensioni cattivissime all'indirizzo del locale sui siti specializzati. Il Web è insorto, indignato, contro quella scritta e gioisce per il cameriere che non sarà più chiamato a servire ai tavoli in quel locale.

Sembra normale, invece, e non indigna più il declino del lavoro. Non stupisce più il lavoro a chiamata, eppure si pretende un servizio impeccabile, perfetto, puntuale senza investire in formazione e risorse umane.

Segnalatemi gli scontrini

L'uso degli scontrini come bottiglie da gettare nel mare con un messaggio dentro è un risvolto interessante. Vi chiedo di segnalarmi altri episodi simili e vediamo che cosa ne viene fuori.

Il mio tweet

Dettagli: 22/07/2018 · 2028 view

About me

Antonio Picco, blog on-line dal 2003.

Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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