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Quando manca il senso critico anche tra chi segue SuperQuark e Piero Angela
Il cibo è anche cultura. Mangiare insetti non è nella nostra cultura. Se dici così sei razzista e seminatore di odio.
Mangiare insetti per salvare il Pianeta
Nei gioni scorsi ho dato il like alla pagina di SuperQuark su Facebook, creata in occasione dei 90 anni di Piero Angela.
Di tanto in tanto, la Pagina propone brevi video di repertorio: lo storico Alessandro Barbero che parla del Medioevo, gli esperimenti di fisica con Paco Lanciano, le vignette di Bruno Bozzetto ecc.
La scorsa domenica la Pagina ha pubblicato il video che spiega i vantaggi di mangiare insetti. Gli insetti sarebbero una buona fonte di proteine, più conveniente degli animali che solitamente mangiamo.
Sul finale dice:
Secondo la FAO più di 2 miliardi di persone mangiano insetti su base giornaliera. Ma chi pensa che queste immagini siano inquietanti e non vuole sperimentare il gusto croccante di uno scorpione fritto pensi che può essere tutto una questione della ricetta giusta. Buon appetito
I commenti
A occhio, una discreta maggioranza accoglierebbe favorevolmente gli insetti sulle proprie tavole: gli scenari apocalittici a cui andiamo incontro non lasciano altra scelta; la nostra cultura, in fondo, che cos'é in confronto alla cultura degli altri? E allora chi mangia il coniglio o le lumache?
Il mio commento
Allora ho commentato così:
Il cibo è anche cultura. Mangiare insetti non è nella nostra cultura.
I commenti al mio commento
Accanto a persone di così larghe vedute, io col mio commento sono passato per un razzista e seminatore di odio.
Nicola cerca di convincermi con l'esempio del sushi: anche il pesce crudo non fa parte della cultura italiana, eppure in pochi anni si è diffuso ovunque.
Spiego a Nicola che io non mangio sushi e ciò è irrilevante. Importa di più cosa dico dopo: tanti mangiano il sushi perché tanti, per loro cultura, fanno ciò che è di moda. Forse mangeranno anche insetti, se serviti in un ristorante costoso e con la giusta ricetta, come accennato nel video.
Stefano mi ricorda che i pomodori arrivarono dall'America e che la pasta sarebbe cinese. Non sono d'accordo. Gli rispondo che la cultura italiana ha trasformato materie prime a noi nuove in qualcosa di "nostro", italiano. Inoltre, ribatto che abbiamo sempre avuto gli insetti, ma non li abbiamo mai portati in tavola.
Un ultimo commento arriva da una signora con la foto di un gatto. Lei è andata a sbirciare nel mio profilo, rinfacciandomi una foto in cui di striscio si vede il marchio del bicchiere di una nota caffetteria. Evidentemente non ha capito niente, però in altri commenti sostiene che sono gli altri a non capirci molto.
La ricetta giusta
Il video proposto da SuperQuark suggerisce come fare a convincere sempre più persone a mangiare gli insetti: ci vuole la ricetta giusta. È tutta una questione di gusti e di marketing.
Proporre un piatto a base di insetti in un ristorante stellato, con un cuoco stellato, con un conto stellato ed esclusivo farà di sicuro la differenza.
Che cosa i salvatori del Pianeta non hanno capito
Loro salvano il Pianeta con i like e per loro il mondo è quella cosa bella e divertente che scorre sulla pagina di Facebook o di Instagram. Peccato che non sia così.
Il rischio di carenza di cibo proteico a sufficienza per tutta la popolazione mondiale deriva proprio dal non rispetto delle singole culture. La dominanza di una cultura su tutte le altre può provocare i danni preannunciati dai catastrofisti, ai quali in molti credono di riflesso al proprio senso di colpa.
Se il mercato in qualche modo impone a tutti di mangiare carne di manzo tutti i giorni, è chiaro che non bastano tutti i manzi del mondo. Se, invece, non cediamo alla deriva globalista del consumo e se rispettiamo le culture e i territori di tutti, allora non è necessario ridursi a mangiare i vermi della terra, perché chi già mangia insetti continuerà a mangiare insetti, chi mangia la carne due o tre volte alla settimana, e non tutti i giorni, potrà continuare a mangiare la bistecca di manzo.
About me
Antonio Picco, blog on-line dal 2003.
Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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