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Il Festival di Sanremo è la metafora della frustrazione

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Lo scontento del verdetto del Festival è la metafora delle nostre frustrazioni: noi che cerchiamo il consenso dagli altri e il consenso non arriva mai. Chiunque abbia vinto non se lo meritava.

Che cosa ti aspettavi?

Gli eventi creano le aspettative. Nelle feste comandate ricorre l'obbligo di mostrarsi agli altri e questo, a volte, pesa tanto da odiare - ad esempio - il Natale, il Capodanno, San Valentino ecc.

Questo perché ci poniamo in attesa di un piacere e fissiamo una scadenza. È Cenerentola che con un incantesimo va al ballo del principe, ma poi arriva la mezzanotte e l'unico piacere concesso è la speranza della felicità. Per Cenerentola, un'altra magia - quella della scarpetta - la renderà felice.

Viste da lontano, le cose sembrano più belle. Lo diceva già Leopardi.

La delusione

È meglio la Vigilia o il giorno di Natale?

Di vigilie ce ne sono tante: ogni giorno che ci separa dal Natale è una vigilia. Di Natale, invece, ce n'è uno solo e ha un inizio e una fine. Passato il giorno, passata la festa.

Il paragone tra ciò che è stato e ciò che volevamo che fosse può generare una tensione emotivamente elevata e gettarci in uno stato di insostenibile delusione.

Una delusione che solo noi percepiamo, perché nella maggioranza dei casi gli altri neanche si preoccupano di pensare a noi. E questo, forse, è ancora peggio.

Il grande evento con il suo stare nella straordinarietà, oltre le regole e oltre la quotidianità, promette grandi cose. Però, tutte quelle promesse non possono essere mantenute perché i giacimenti di soddisfazione non sono sufficienti per fare contenti tutti. Da qui, si crea delusione e la continua delusione genera frustrazione.

Sanremo, una metafora della frustrazione

Leggo nel Festival la metafora delle tante aspettative non realizzabili. È il grande evento con grandiosi promesse: tutte, o quasi, non mantenute.

Qualunque sia il vincitore, il vincitore non è il migliore. La vittoria è immeritata. Tanti sforzi, una lunga preparazione, lunghe ore di diretta TV e poi... tutto qui?

Dopo ogni Festival vorremo annullare tutto e rifarlo di nuovo.

È così da sempre. Anche con i super ospiti stranieri capitava di restare delusi dopo l'arrivo (spesso in ritardo) della star e un'apparizione veloce in cambio di un esoso compenso.

Tutti tranne te

Cito Tranne te di Fabri Fibra:

Questo pezzo piace a tutti, com'è che tutti lo cantano, tranne te?

Nel 2010, con un po' di anticipo, Fabri Fibra sintetizzava il funzionamento della ricerca e dell'inseguimento del consenso, a cui siamo tutti abituati con l'uso del Web e dei social network. Il principio di funzionamento è il consenso, per cui se una cosa piace a tutti deve obbligatoriamente piacere anche a te.

Se la canzone vincitrice non ti piace, la colpa è tua perché ti chiami fuori dalla maggioranza, sia questa numerica o elitaria.

Dettagli: 11/02/2019 · 715 view

About me

Antonio Picco, blog on-line dal 2003.

Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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