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Cose da attivisti e invasati che troviamo su Quora

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Anche dietro l'attivista più sincero c'è un lavoro continuo di marketing dell'io.

Quora

Ho usato molto Quora negli ultimi mesi. Quora è un social network specializzato in domande e risposte. L'utente può porre domande (question) oppure dare risposte (answer). Il social network prende il nome proprio da questo: Question or Answer.

Le domande sono alla base. Senza le domande non ci sarebbero le risposte e Quora non si riempirebbe di contenuti. L'algoritmo riconosce nella domanda le parole chiave per darne una catalogazione per argomenti. Ci sono moltissimi argomenti: psicologia, sociologia, filosofia, lingua italiana, viaggi, turismo, ma anche fisica, matematica, teoria dei numeri ecc. L'utente può scegliere quali argomenti seguire e Quora propone contenuti in linea con gli argomenti scelti e con altre preferenze che dipendono dalle abitudini di ciascuno.

La domanda deve circolare per produrre contenuti e ha due vie: tramite le richieste di risposta indirizzate a utenti specifici, oppure tramite la pagina principale (feed) che si compone secondo gli argomenti seguiti e le abitudini d'uso valutate dall'algoritmo.

Non è tempo perso se ti poni uno scopo

La gente passa molto tempo sui social network e spesso senza uno scopo. Per esempio, Facebook, Twitter, Instagram e YouTube somigliano a una slot machine e l'utente carica i contenuti fino a trovare quello vincente, da cliccare, commentare, condividere, contrassegnare con un like.

Quora, invece, si pone lo scopo di essere utile facendo incontrare le domande con le risposte. Produrre e diffondere conoscenza è la missione e Quora ha richiamato a se un'ondata di attivisti della conoscenza da diffondere a pioggia, preferibilmente con l'approccio scientifico rigoroso di una tesi di laurea, anche quando si parla di chi al bar lecca il cucchiaino dopo aver mescolato il caffè.

Accanto agli utenti spassionati come me troviamo gli attivisti che combattono l'analfabetismo funzionale con lunghe risposte dense di link a Wikipedia. Leggo spesso di utenti con l'intenzione di fare di Quora un posto migliore di Wikipedia, più partecipato, più controllato, più curato.

Leggete questi interventi per capire di che cosa sto parlando.

Cose da attivisti e invasati

È semplice: io faccio una domanda e tu dai una risposta. Troppo facile e gli attivisti invasati sentono la necessità di complicare il tutto. Vediamo come.

  1. Ricopiare il testo della domanda nella risposta a tutela di eventuali modifiche alla domanda intervenute in seguito alla pubblicazione della risposta. Secondo me è inutile e appesantisce l'uso di Quora. È inutile perché delle modifiche alla domanda rimane traccia, come vediamo per esempio qui. Appesantisce l'uso di Quora perché quando trovi una domanda interessante e scorri le risposte, queste non sono mostrate per intero ma ne vedi solo le prime righe e continui a leggere se sei interessato. Se le prime righe sono la copiatura della domanda, diventa tutto inutile. I più furbi ricopiano il testo della domanda alla fine.
  2. RdR che significa richiesta di risposta e gli utenti usano questa sigla per specificare ai lettori che la risposta è data in seguito a richiesta, per distinguersi da chi risponde perché mosso da interesse personale pur senza una richiesta specifica. Chi non vuole scrivere RdR e preferisce un tono più amichevole inizia con un più cordiale grazie per la domanda! Quora funziona in questo modo e la qualità dei contenuti non può basarsi su questi dettagli. Io, per esempio, scelgo a caso le persone a cui inoltrare la richiesta di risposta, perché non ho altri mezzi per indovinare gli utenti che conoscono la risposta tra quelli proposti dall'algoritmo. A maggior ragione, mi sento di dare un'attenzione maggiore a chi risponde per passione piuttosto che in seguito alla mia richiesta.
  3. Inserire grafici e statistiche per ogni argomento a supporto della propria risposta, spesso lunga, troppo lunga perché io la legga fino alla fine. Mi domando dove prendano quei grafici e quei dati, perché non sempre viene citata la fonte. I link a Wikipedia abbondano e quando il link serve, invece, ecco che manca. Sono curioso perché anche io vorrei consultare liberamente grafici e statistiche.
  4. Altri indicano la data della risposta, come se Quora non desse già questa informazione.
  5. Che cosa dire di quelli che si sentono in dovere di fare una doverosa premessa prima di passare alla risposta, in cui troveremo link a Wikipedia e immagini di effetto presi da siti specializzati nel prestare immagini gratis da scaricare. A me sembra quasi vogliano dire: guarda, sono qui in ufficio e sto facendo tardi a un importante appuntamento di lavoro per rispondere a questa domanda, ma solo così farò di Quora un posto migliore e salverò il mondo.
  6. Al posto della premessa, altri preferiscono iniziare con un ti racconto una storia, la cui morale nasconde la risposta alla domanda. Lo faceva Esopo con la favola sulla volpe e l'uva o quella del bambino che gridava per gioco al lupo, al lupo.
  7. L'invito a votare positivamente la risposta, a seguire l'autore e a leggere ulteriori risposte. L'approccio è simile all'invito a mettere il like su Facebook o a fare un retweet su Twitter, con lo scopo di misurare il proprio valore nel social network e di esibire un maggior credito. Insomma, hanno la pretesa di basare la loro reputazione grazie a quelli che un attimo prima hanno chiamato imbecilli citando la famosa frase di Umberto Eco.

Dettagli: 29/06/2020 · 949 view

About me

Antonio Picco, blog on-line dal 2003.

Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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