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Il green pass è come la patente e altri accostamenti discutibili
Come rispondere a chi sostiene che il green pass sia come la patente per guidare, la Carta di identità per comprare le sigarette e altri paragoni sbagliati.
Green pass o Certificazione verde COVID-19
Il Decreto Legge 23 luglio n. 105 non lo chiama green pass ma certificazione verde Covid-19. Dal 6 agosto saranno introdotte alcune limitazioni a chi non esibirà il green pass. In zona bianca, senza il green pass non si potrà sedersi al tavolo di un ristorante al chiuso, niente musei, sagre, palestre ecc.
In Europa già nel dicembre 2018 si parlava di tessera comune o passaporto delle vaccinazioni, in considerazione dei rischi della circolazione transfrontaliera di persone non vaccinate. Non citava il COVID-19 ma trattava di vaccini in genere. Lo stesso documento raccomandava agli Stati membri anche di «investire nella ricerca nelle scienze comportamentali e sociali sui fattori determinanti dell'esitazione vaccinale in diversi sottogruppi della popolazione e tra gli operatori sanitari».
Nel dibattito pubblico ci sono anche posizioni contrarie alle limitazioni introdotte dall'obbligo del green pass; contrarie per mille motivi, ma contrarie. Il flusso di pensiero obbligatorio e istituzionalizzato, però, guarda con favore al green pass che sarebbe un'opportunità e uno strumento di libertà.
Per dimostrarlo, i favorevoli fanno degli accostamenti tra il green pass e la patente per guidare l'automobile, tra il green pass e la Carta di identità da esibire per comprare le sigarette, tra le limitazioni del green pass e il divieto di fumare all'interno dei locali pubblici, tra la circolazione di non vaccinati e la guida in stato di ebbrezza.
Questi accostamenti non mi convincono e lo spiego brevemente con le parole che seguono.
Per l'immagine in alto ho usato il meme di Batman che schiaffeggia Robin, anche se sono contrario ai meme di Internet; però, l'immagine è diretta ed efficace. Lo schiaffo non è da intendersi in senso letterale (ovviamente).
Il green pass è come la patente
Cito le parole di Fedriga, quando accosta il green pass alla patente: «come uno per guidare l'auto deve avere la patente in tasca e se c'è un controllo la deve esibire, così bisognerà avere il certificato verde in tasca e se c'è un controllo si dovrà dimostrare di poter accedere a quell'attività».
Spiego la mia contestazione.
Il paragone #greenpass patente non funziona.
— Antonio Picco (@antoniopicco) July 29, 2021
Io non nasco automobilista, ma lo divento e la patente lo attesta; se guido male, me la ritirano e smetto di esserlo.
Io nasco cittadino come tutti e non ho bisogno di diventarlo con una tessera. Nessuno può togliermi la cittadinanza.
Non nasco automobilista, ma lo divento e la patente lo attesta. Se guido male, la patente mi viene revocata e smetto di essere automobilista. Non sono obbligato a prendere la patente e posso circolare per strada anche a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici.
Invece, io nasco cittadino con pari dignità di tutti gli altri, senza distinzione - tra le altre - di condizioni personali e nasco con il diritto di partecipare all'organizzazione politica, sociale ed economica del Paese (ho citato l'art. 3 della Costituzione). Non divento cittadino con una tessera o con il green pass. Lo sono per nascita. Chiedermi di esibire il green pass vuol dire chiedermi di rendere conto delle mie condizioni personali, di salute, di coscienza, anche politiche. Se non ho il green pass, non sono cittadino come gli altri, anche se sono sano. Piuttosto di esibire qualcosa che non voglio far sapere a tutti (che sia o meno vaccinato), scelgo di restare a casa e di non andare al ristorante, al museo o alla sagra; scelgo di sottrarmi al controllo e al tracciamento. Anche con il green pass rischio il contagio o di contagiare.
Il green pass e la vaccinazione non annullano il rischio del contagio. L'obbligo del green pass è un mezzo per vincere l'esitazione vaccinale, per un vaccino di cui non si conoscono gli effetti a lungo termine. Quando si chiede di fare qualcosa di invasivo sul proprio corpo con l'avvertenza di non conoscere gli effetti del trattamento sul lungo termine, è legittimo avere anche solo esitazione o paura. Se le mie conoscenze scientifiche non sono abbastanza per dire di no a questo vaccino (questo), allora non ho titolo neanche per dire di sì, soprattutto se la responsabilità è tutta mia, succeda quel che succeda.
Il green pass e la guida in stato di ebbrezza
Guidare con un tasso alcolemico elevato è un reato. Non è però vietato bere fino a ubriacarsi e rimane una scelta personale (che non condivido). Non si fa l'alcol test pubblicamente prima di mettersi alla guida.
Gli incidenti in auto non sono provocati soltanto dagli ubriachi, ma anche da chi è lucido. Allo stesso modo, si è visto che anche i vaccinati con il green pass sono portatori (patentati) del virus.
Il green pass e comprare le sigarette
La vendita di sigarette e alcolici è vietata ai minorenni. Per dimostrare la maggiore età, a volte è necessario esibire la Carta di identità che riporta la nostra data di nascita e i nostri dati anagrafici. Spesso l'età di una persona si può capire anche senza guardare la Carta di identità.
Il green pass riporta, invece, dati sensibili relativi allo stato di salute e la stessa tessera li dichiara pubblicamente. Quando sarai seduto al tavolo di un ristorante al chiuso, tutti sapranno che hai scelto di vaccinarti, per esempio.
Il green pass riporta informazioni sul nostro stato di salute e, per una cattiva estensione del significato, esprime anche un consenso alle limitazioni introdotte dal Decreto; quindi, può lasciar intendere anche le personali convinzioni. I dati sensibili sono delicati e possono generare discriminazioni. Non confondiamo dati anagrafici con dati sensibili. Non abituiamoci a dover esporre troppe informazioni personali.
Il green pass e la legge Sirchia sul divieto di fumo
La legge Sirchia ha esteso il divieto di fumo a tutti i locali aperti al pubblico oltre che a tutti i luoghi di lavoro. In poche parole, consente di fumare solo nei luoghi privati non aperti al pubblico e negli appositi spazi riservati ai fumatori.
La legge Sirchia vieta il fumo e non vieta l'accesso ai fumatori. Il green pass, invece, impone la limitazione alla persona non vaccinata. Sarebbe come se con la legge Sirchia l'accesso ai locali pubblici fosse vietato ai fumatori, anche quando non stringono una sigaretta tra le labbra.
L'informazione e i media
Nel riportare il bollettino giornaliero con la conta dei tamponi positivi, dei ricoverati e dei decessi i media sottolineano la percentuale di non vaccinati tra i ricoverati. Un non vaccinato in terapia intensiva non è la notizia; la notizia è se un vaccinato finisce in terapia intensiva. Per esempio, in questo articolo di Open.online leggo che «il 46% dei ricoveri e il 70% delle terapie intensive dal 5 luglio ad oggi [24 luglio, ndr.] sono a carico di persone non vaccinate». E del restante 54% dei ricoverati che cosa sappiamo? E del restante 30% di posti in terapia intensiva? L'articolo non dice niente.
Vi sembra normale che da più di 18 mesi in TV non si parli d'altro se non di COVID-19 per tutto il giorno?
Quando in Italia la situazione sembrava tranquilla, la TV ci mostrava le immagini dei tanti morti per COVID-19 in India, così da tenere continuamente la mente impegnata dalla paura del Virus.
Alcune domande
L'obbligo del green pass ha una data di inizio, il 6 agosto 2021, ma non si sa fino a quando sarà obbligatorio. Quando finirà l'obbligo del green pass?
Prima che Macron parlasse di green pass in Francia, tutti in Italia erano contenti per come procedevano le vaccinazioni al ritmo di oltre 500 mila iniezioni al giorno. Fino alla settimana scorsa, il 55% della popolazione con più di 12 anni era stata raggiunta dal vaccino. Se andava tutto così bene, perché ora introdurre queste limitazioni?
Quali parametri si aspettano per decretare la fine della pandemia?
In futuro, qualsiasi influenza stagionale farà scattare le limitazioni a cui ci siamo dovuti abituare per il COVID-19?
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Ho parlato di green pass anche in altre occasioni.
La pornografia del green pass e del vaccino su Facebook. Esibire il green pass su Facebook è pornografia e autoesaltazione. Sederti al ristorante comporterà una esposizione di dati sensibili. Vaccinarsi non è più una scelta libera ma una costrizione.
Il green pass come discriminazione politica. Il green pass farà davvero la differenza tra essere un cittadino con pieni diritti e non esserlo? Il vaccino esibito con un selfie è pornografia ed autoesaltazione.
Inoltre, mi chiedevo anche: La pandemia non finirà mai perché se ne continua a parlare oppure se ne continua a parlare perché la pandemia non è ancora finita?. Chi può dirlo.
About me
Antonio Picco, blog on-line dal 2003.
Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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