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La pubblicità degli occhiali smart di META e EssilorLuxottica, proprio un messaggio di...

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Avete visto la pubblicità degli occhiali smart di Meta e EssilorLuxottica? Diciamolo chiaramente: il rischio che qualcuno ci scatti foto a nostra insaputa c'è.

Un messaggio di META e EssilorLuxottica

A un primo ascolto non sembra proprio dica "Un messaggio di Meta" e non sono l'unico a non aver capito bene. Basta leggere i commenti al video della pubblicità su YouTube o fare una rapida ricerca su Twitter.

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Meta ed EssilorLuxottica ci mostrano in TV come funzionano gli occhiali smart: si indossano e scattano foto e registrano video con un comando vocale, perché sono dotati di una fotocamera integrata. La domanda nasce spontanea: come facciamo a sapere quando sono in funzione?

Cioè, come faccio a sapere se lo 007 con gli occhiali neri che mi sta difronte mi sta scattando delle foto di nascosto? La risposta è immediata. Gli occhiali del tizio losco vicino a noi sono in funzione se si accende una luce LED in un angolino della montatura.

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Chi non vorrebbe un paio di occhiali smart e andare nel parco a importunare la gente, come nella pubblicità?

Dopo la piaga dei monopattini, anche la piaga degli occhiali smart

I gadget che ci vendono sono sempre di più estensioni del nostro corpo. Diventeremo come l'ispettore Gadget un giorno?

Il monopattino serve per muoversi più veloci e superare i blocchi del traffico. Inoltre, il monopattino è elettrico e la nuova religione è la mobilità elettrica; convertirsi alla mobilità elettrica è imperativo per tutti. Il monopattino è pratico, può essere ripiegato e portato con sé. In un attimo lo si appoggia a terra, ci si salta su e poi via a zig zag tra le gente.

Gli occhiali smart possono sostituire un normale paio di occhiali e anche la fotocamera. Ormai le fotocamere sono ovunque.

Il monopattino e gli occhiali smart hanno una cosa in comune, cioè sono un'estensione del corpo. Il monopattino è l'estensione dei piedi e gli occhiali smart un'estensione degli occhi e della memoria, perché consentono non solo di vedere ma anche di salvare le foto e i video in formato digitale.

Una citazione di McLuhan

Ripenso alla rilettura del mito di Narciso fatta da Marshall McLuhan in "Gli strumenti del comunicare" (1967). Secondo McLuhan, Narciso si innamora della propria immagine riflessa, cioè di sé stesso riprodotto come un riflesso nell'acqua, e cade in uno stato di torpore (narcosi); quindi, spiega il mito così:

Gli esseri umani sono soggetti all'immediato fascino di ogni estensione di sé, riprodotta in un materiale diverso da quello stesso di cui sono fatti.

Sul monopattino si va più veloci che a piedi e funziona come un prolungamento dei piedi. La fotocamera allo stesso modo prolunga gli occhi e registra la realtà in alta risoluzione; foto e video sostituiscono i ricordi che via via possono scolorire nella memoria personale.

Sappiamo bene come molti esaltati siano disposti a spendere somme indicibili pur di avere tra le mani uno di questi apparecchi innovativi.

Come L'uomo da Sei Milioni di Dollari

Negli anni Ottanta guardavo la serie TV "L'uomo da Sei Milioni di Dollari". Il protagonista era un astronauta al quale, in seguito a un brutto incidente, venivano impiantate delle protesi che lo rendevano bionico: gambe bioniche per correre più veloce e saltare più in alto, braccia bioniche capaci di una forza sovrumana, occhi bionici, orecchie bioniche ecc. Il costo di tanta tecnologia era, appunto, sei milioni di dollari dell'epoca, più o meno 20 milioni di euro di oggi.

Già con il telefonino anche noi siamo un po' bionici, almeno per quanto riguarda le funzioni della memoria e della comunicazione. L'apparecchio sostituisce la parte del corpo a cui competono per esempio la memoria, la vista e l'udito, perché c'è una memoria digitale che ricorda per noi, la fotocamera che vede e sente i suoni al posto nostro. In più, ci sono tutti gli algoritmi di profilazione che operano delle scelte al posto nostro, se ce ne accorgiamo.

Ci possono scattare foto a nostra insaputa?

Dobbiamo dircelo chiaramente: questo rischio c'è.

C'era già con le prime fotocamere installate sui telefonini e gli scatti rubati soprattutto negli spogliatoi. Se ne parlava e la soluzione proposta era impedire di eliminare il rumore dello scatto della foto (il click dell'otturatore).

Ora, lo scopo del messaggio di Meta e di EssilorLuxottica sembra proprio essere un avviso a tutti sull'esistenza degli occhiali smart che possono scattare foto e riprendere video. Non è tanto la pubblicità degli occhiali, che vediamo disegnati in un cartone animato, ma quasi un mettere le mani avanti per poter dire un domani "noi ve l'avevamo detto".

Siamo sicuri che la fotocamera si attivi solo quando lo vuole l'utente? Quella fotocamera inquadrerà sempre che cosa sta vedendo chi indossa gli occhiali. Diversamente, il telefonino non vede sempre ciò che vede il suo possessore. Sappiamo già che il telefonino "ci ascolta".

Dettagli: 31/08/2022 · 684 view

About me

Antonio Picco, blog on-line dal 2003.

Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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