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Ricordate l'emergenza Acquabomber?
Ricordate come è cominciata e come è andata a finire l'emergenza delle bottiglie d'acqua manomesse? Era il 2003, vent'anni fa.
Acquabomber
Nell'autunno del 2003 i telegiornali riportavano con insistenza una notizia allarmante: c'era un pazzo che girava nei supermercati con una siringa e iniettava candeggina nelle bottigliette d'acqua. I giornalisti lo chiamavano Acquabomber, quasi come il già noto Unabomber, il maniaco che disseminava ordigni nel Triveneto tra la metà degli anni Novanta e i primi anni Duemila.
I casi più noti sono del novembre 2003. Nei giorni seguenti si ripetevano altri eventi simili, in diverse zone del Paese. La notizia era preoccupante, tanto che anche io controllavo sempre le bottiglie d'acqua prima di bere, in cerca di fori sospetti.
La prima ondata
Poi, a metà dicembre del 2003 si concludeva l'operazione militare "Alba rossa" con la cattura di Saddam Hussein, il dittatore iracheno. Ricordiamo la Strage di Nassiriya (in Iraq) del 12 novembre 2003, ai danni delle forza armate italiane impegnate in quel teatro di guerra.
I casi delle bottiglie manomesse non erano circoscritti a una limitata area geografica. Le segnalazioni erano diffuse un po' ovunque e non era ragionevole pensare a un pazzo che girasse il Paese con lo scopo di allarmare la gente. È più probabile pensare a una demenziale moda, a sconsiderate imitazioni del gesto da parte di squilibrati indotti dalla pubblicità e dal clamore televisivo.
Come i sassi dal cavalcavia
Ricorderete, anche, il fenomeno dei sassi gettati dai cavalcavia sulle autostrade per scacciare la noia di alcuni giovani uomini sfaccendati. Nel 2002, con la Legge n. 166 veniva approvata una apposita norma per proteggere i cavalcavia con reti di protezione, anche in risposta all'emergenza di fenomeni simili, che capitavano a ondate.
Che cos'è un'emergenza?
Emergenza è qualcosa che emerge: non la si può ignorare e non lascia indifferenti. Un'emergenza scuote le coscienze e chiama ad azioni immediate perché l'emergenza cessi.
Un'emergenza crea allarme e la gente risponde cambiando abitudini.
Un'emergenza inizia e anche finisce, ma come finisce? Quando? Chi lo dice? In genere, l'emergenza viene dimenticata perché lo spazio mentale - che è limitato - è occupato da una nuova emergenza, più urgente di quella vecchia perché nuova. Le emergenze finiscono nel dimenticatoio.
About me
Antonio Picco, blog on-line dal 2003.
Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
Le parole sono di tutti e le opinioni si condividono.
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