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Smart, innovazione e banalizzazione del linguaggio
La parola smart è molto usata e appare in contesti molto diversi. Una cosa nuova è una cosa vecchia, che ce la ricorda, con smart davanti.
Smart in inglese
Siamo abituati a tradurre smart con intelligente, furbo, agile; però, il significato della parola è più ampio: un abito elegante e alla moda è smart, un prodotto smart è innovativo e anche una ragazza può essere smart.
Sono smart le apparecchiature (i device) e i software dotati di funzioni intelligenti e per questo sono innovativi e all'avanguardia.
Smart, l'automobile
L'automobile compatta a due posti, in vendita dal 1998, si chiama Smart dall'unione delle parole Swatch Mercedes Art. L'idea di una piccola automobile colorata e adatta a muoversi nel traffico unisce il produttore di orologi alla moda e relativamente economici Swatch (Swiss Watch) e la Mercedes. L'acronimo, inoltre, forma una parola con il significato positivo di agile, furbo, alla moda ecc.
Oggi tutto è smart
Lo smartphone, lo smartwatch, la smartTV, lo smartworking, la smartcard ecc. Uno dei primi smartphone è stato il Nokia 9000 Communicator, del 1996. Era grande più o meno come 5 o 6 moderni telefonini impilati uno sull'altro; si apriva come un computer portatile e disponeva di una comoda tastiera QWERTY e un display. Si collegava a Internet, inviava e riceveva e-mail, fax e messaggini.
Nokia Communicator 9000, dal Web.
Con la parola smart davanti, un oggetto tradizionale passa di categoria e conquista la modernità, cioè l'appartenenza al tempo presente, al nostro tempo. Se ne abusa, come si è abusato del prefisso e- a partire da e-mail, dove la e- sta per electronic, e-book, e-shop, e-card ecc. Una curiosità: la e di ebay indica electronic ma anche l'originario nome Echo Bay Tecnology.
Apple usava la lettera i-, per intelligente, internet, ispirazione ecc. e abbiamo l'iPhone, l'iPad, l'iTunes, l'iPad, l'iBook ecc.
2.0
La tecnologia smart è l'espressione di un mondo 2.0, come veniva chiamato nei primi anni Duemila. Quel numero due come la prima cifra del nuovo millennio, ma anche come la seconda generazione di Internet, più collaborativa e interattiva, quindi più democratica.
Sempre più persone usavano Internet e il Web in particolare. Senza troppe competenze tecniche chiunque poteva pubblicare contenuti, sia testuali sia multimediali. I nuovi telefonini con fotocamera erano smart anche per questo: in un solo apparecchio, la funzione per collegarsi a Internet e quella per scattare le foto.
Oggi 2.0 è qualcosa di vecchio. La seconda generazione è stata superata dalla terza, quarta e forse anche dalla quinta.
Che cosa verrà dopo smart?
Non lo so. È soprattutto una questione di marketing. Potrebbe anche non essere una parola inglese a mandare in pensione tutto lo smart di oggi.
About me
Antonio Picco, blog on-line dal 2003.
Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
Le parole sono di tutti e le opinioni si condividono.
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