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Perché ci rifugiamo nel passato? La nostalgia, una droga per la mente
La nostalgia è un sentimento universale che ci lega al passato e ci proietta verso il futuro. La nostalgia è un sentimento positivo o negativo? Quali sono i vostri ricordi nostalgici più vividi?
Il passato che ritorna
La musica nelle feste è degli anni Novanta oppure degli anni Ottanta. In TV quando è estate i programmi di cucina lasciano il posto alle repliche di telefilm di culto. Facebook c'è da poco tempo e ogni giorno propone i ricordi di ciascuno di noi: che cosa pubblicavamo esattamente due, cinque, sedici anni fa?
Il revival del passato ci tiene compagnia proprio quando è presente il futuro più futuribile che potevamo immaginare trenta o quaranta anni fa.
Nostalgia
In un lungo viaggio lontano da casa, nel più bello, ripensi a chi o a che cosa hai lasciato; allo stesso modo, capita di lasciarsi prendere dalla nostalgia, però da una nostalgia collettiva perché ci riguarda un po' tutti.
Nostalgia letteralmente significa dolore del ritorno: nostos è il ritorno a casa, e algos è il dolore. C'è dolore perché fa male la paura di aver perso per sempre ciò che è lontano, nel tempo o nello spazio. È piacevole rivivere i ricordi più belli specie se capita per caso, quando riascolti una canzone di tanto tempo fa; la tua parte cosciente ti riporta alla realtà quando conti gli anni trascorsi tra quel momento e oggi.
La nostalgia ci lega al passato, ma ci proietta anche al futuro, con la speranza di ritrovare ciò che è stato. E chissà, forse un giorno, grazie a una macchina del tempo o a un portale interdimensionale, potremo finalmente placare il nostro dolore del ritorno e rivivere appieno la bellezza di un passato che ci appartiene solo nei ricordi.
In tutte le lingue del mondo nostalgia è sempre nostalgia
In inglese nostalgia è nostalgia, in francese nostalgie, in spagnolo nostalgia e in tedesco Nostalgie. La parola presenta una sorprendente somiglianza in lingue diverse.
Nostalgia è una parola di origini greche, ma è stata adottata con minime variazioni in molte altre lingue: un segno dell'universalità di questo sentimento.
Ma perché
Il passato rappresenta un rifugio sicuro in un mare di incertezza perché ci è familiare. Lo scrivevo anche qui nel periodo della Pandemia. Un rifugio da che cosa?
Se ci pensate, dopo la caduta del Muro di Berlino (1989) in Europa e nel mondo sembrava non ci fosse più alcun motivo per non essere sereni e in pace. Invece, non solo non è stato così ma più volte siamo andati vicino allo scoppio della terza guerra mondiale. I Media sono la fabbrica dell'emergenza e il futuro ci appare nebuloso e carico di sfide.
Davanti alla fabbrica delle emergenze rassicura trovare pace nel ricordo. Quando ripensiamo a un evento passato, anche se triste, sappiamo già che è passato ed è rassicurante per questo motivo: ne conosciamo già il finale. Del futuro, invece, non sappiamo molto, se non che è imprevedibile e spesso oltre il nostro controllo.
C'è poi un aspetto identitario da non sottovalutare. Il passato ci aiuta a definire chi siamo, a ricostruire la nostra storia personale e collettiva. Attraverso la riscoperta di tradizioni, di mode, di personaggi del passato, rinforziamo il nostro senso di appartenenza, di comunità. Il passato diventa così una bussola per orientarci nel presente e proiettarci verso il futuro.
Conoscere e capire il presente richiede del tempo; la capacità di capire il nostro tempo dipende molto da come siamo impostati noi stessi a dare significato al nuovo. La nostra conoscenza è sempre mediata dalla nostra cultura. Il ricordo ci aggancia a un noi collettivo che ci appartiene.
Il passato ci insegna che la vita non è solo progresso tecnologico e velocità, ma anche memoria, connessione e autenticità. E che forse, proprio nel passato, possiamo trovare le chiavi per costruire un futuro migliore.
Quando dimenticare è difficile
Concludo con qualcosa di personale. La nostalgia mi accompagna e mia ha sempre accompagnato, da che ho memoria. È una questione di memoria. Mi è molto facile richiamare alla memoria ricordi e immagini vissute, ripescate dal fondo dei ricordi in modo anche incontrollato: basta uno scorcio, una data, una frase. Il ricordo è così vivido da non trascurare piccoli dettagli come il giorno della settimana, se pioveva oppure no, notizie ecc. Per esempio, oggi è il 10 luglio 2024 e ripenso con gran facilità al mio 10 luglio 2015, al mio 10 luglio 2005 o al mio 10 luglio 1991.
Autentico, prezioso, identitario
La promessa della serenità a tutti e sempre non è stata mantenuta. Ce ne siamo resi conto. In noi prevale il desiderio di stabilità quando tutto non solo sta cambiando ma lo fa in modo apocalittico. Il passato e il ricordo soprattutto ci sono familiari e ci appartengono.
Il passato non è solo ciò che ci ha preceduto, ma anche ciò che ci definisce. È il terreno fertile su cui piantiamo i semi del nostro futuro.
Note
Immagini da pixabay.com
Articolo revisionato con l'aiuto di IA generativa.
About me
Antonio Picco, blog on-line dal 2003.
Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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