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Fake-news o fact-checker? Chi influenza di più l'opinione pubblica?
Selezione accurata degli eventi, enfasi su aspetti negativi e utilizzo di un linguaggio emotivamente carico: così i Media influenzano profondamente le percezioni del pubblico e orienta le opinioni.
In origine
Torniamo indietro nel tempo tra gli anni 2015 e 2017. A Parigi gli attacchi terroristici di matrice islamista del 13 novembre 2015 scuotono l'opinione pubblica e portano al centro del dibattito il tema della sicurezza. In USA, nel novembre del 2016 Donald Trump vince le elezioni e conquista la Casa Bianca, dopo gli otto anni di presidenza di Barack Obama. Con la Brexit del 2016, il Regno Unito vota per uscire dall'Unione Europea. Sempre dagli USA, ma nel 2017, con l'hashtag #metoo scoppia lo scandalo degli abusi sessuali denuciati da molte attrici di Hollywood e non solo.
L'espressione fake-news ci arriva proprio dalla campagna elettorale in USA del 2016 o, almeno, è soprattutto in quel contesto che esplode e diventa nota a tutti.
Bufale e fake-news
In Italia le chiamiamo anche bufale. Il Web del "Yes, we can" di Barack Obama del 2008 perde le sue virtù. La credibilità dei social network affonderà definitivamente con lo scandalo Facebook-Cambridge Analytica del 2018.
Sempre più persone si sono riversate sui social network, soprattutto dal 2008 in poi. Non si pubblicano solo le foto del gatto o delle vacanze, ma anche spam, catene di Sant'Antonio e bufale. Il Web si autogestisce e si regola da solo con i siti anti-bufale. Tra i siti internet contro le bufale e le fake-news a me più noti, on-line proprio a partire da quegli anni, cito: bufale.net on-line dal 2014; BUTAC - Bufale un tanto al chilo on-line su Facebook dal 2013 e poi anche su un proprio sito; l'iniziativa del CICAP chiedileprove.it on-line dal 2015.
Butac.it mi cita in fondo a un post del 2017 sul fenomeno del click-baiting, altra piaga di quegli anni.
Notizia e informazione
Sapere che oggi la temperatura massima è stata di 18 °C è una notizia oltre che un dato oggettivo. Aprire il telegiornale e gridare all'estate più calda di sempre è, invece, una informazione. In questo caso, il dato della temperatura di 18 °C viene inserito in un discorso più ampio, in una narrazione che lo collega ad altri dati, a tendenze climatiche generali e a proiezioni future. L'informazione, in questo senso, va oltre il semplice fatto, offrendo un'interpretazione, un'analisi, una prospettiva.
La notizia è l'evento che si vuole far conoscere perché qualcuno l'ha ritenuto rilevante; l'informazione è il contesto più ampio con il quale si vuole istruire, educare, persuadere o semplicemente comunicare qualcosa, anche senza una finalità particolare. La notizia risponde alla domanda "cosa è successo?", l'informazione risponde alla domanda "perché è successo?". La prima ci fornisce un dato di fatto, la seconda ci aiuta a comprenderne il significato, le implicazioni e le connessioni con il mondo circostante.
È interessante soffermarsi sull'etimologia di notizia, che deriva dal latino noscere, cioè conoscere. I tedeschi usano la parola Nachrichten, costruita dal prefisso nach, cioè dopo o in seguito a, e richten, cioè dirigere, seguire, mettere in ordine; in altre parole, per i tedeschi chi dà una notizia ordina, dà istruzioni e comunica informazioni in seguito a un evento. In inglese la parola news sembra più secca, rimandando semplicemente al concetto di novità.
Le parole nuovo, new (inglese) e neu (tedesco) sono imparentate, ma solo in inglese si coglie il collegamento diretto tra notizie (news) e novità.
Emergenza e verità
Sebbene la notizia sia presentata come un fatto oggettivo, la sua selezione, presentazione e interpretazione sono influenzate da fattori soggettivi e dalle scelte editoriali dei media.
Il telegiornale, per esempio, seleziona per noi le notizie e vediamo catastrofi, danni del maltempo, conflitti, omicidi. Non finiscono mai e se da una parte del mondo smette di piovere e torna il sereno, da un'altra parte troveremo di nuovo inondazioni, angeli del fango, cattiva gestione del denaro pubblico; le statistiche dei contagi e del numero di vaccinati lasciano il posto alle immagini dei missili che sventrano i palazzi; le continue segnalazioni di bottigliette d'acqua manomesse all'improvviso si azzerano dopo la cattura di un pericoloso dittatore iracheno.
Questa è la fabbrica dell'emergenza. I Media spingono sulle notizie negative, perché attirano maggiormente l'attenzione del pubblico e generano un maggior coinvolgimento emotivo. Inoltre, le notizie negative possono contribuire a creare un senso di emergenza e a mobilitare l'opinione pubblica. Per esempio, un disastro naturale può essere presentato come una tragedia causata dal cambiamento climatico o come una conseguenza della mancata manutenzione delle infrastrutture.
Verità, menzogne e manipolazione
Le notizie sono falsificabili e i nostri pensieri possono essere manipolati e ciò non avviene a causa di Internet; la manipolazione dell'opinione pubblica e il controllo di massa non sono caratteristiche di Internet. Per fare un paragone, tenere le persone sveglie non è una caratteristica del caffè, ma un effetto del caffè sulle persone che ne abusano per combattere il sonno. In altre parole, è il riflesso delle cattive intenzioni dell'uomo sul medium ad aver infranto la promessa di libertà e di partecipazione.
L'informazione avrà sempre un'ombra di falsità e la verità sarà sempre più lontana dall'essere colta proprio a causa del gigantismo della Rete: la continua sovraesposizione a informazioni che si sommano non daranno mai la verità come risultato, così come il desiderare senza fine non porterà mai alla piena soddisfazione dei propri bisogni. Confrontare più fonti di informazione non porta alla definizione di una verità assoluta e superiore, perché ogni informazione va oltre i fatti e li proietta all'altro da un particolare punto di vista. L'estrema dinamicità e la complessità della Rete offrono di una stessa notizia molte più letture e riletture, interpretazioni e controinterpretazioni di quante sia umanamente possibile consultare.
Il fact-checking è solo un altro modo per mettere ordine nei fatti, ma sempre secondo un particolare modo di vedere le cose, con lo scopo di comunicare ad altri il proprio pensiero. È sufficiente affidarsi ai fact-checker per contrastare le fake-news? Se da un lato è lodevole lo sforzo di verificare l'attendibilità delle informazioni, dall'altro è illusorio pensare che possano stabilire una verità assoluta e oggettiva. Spesso i fact-checker, autoproclamati arbitri della verità, soffiano sul fuoco delle polemiche e si limitano a rafforzare le narrazioni dominanti e inaspriscono le divisioni sociali, mossi dall'incredibile progetto di unificazione del pensiero sotto un unica visione del mondo.
È necessario superare questa dicotomia tra verità e menzogna, riconoscendo la complessità della realtà.
Immagine in alto: pixabay.com
About me
Antonio Picco, blog on-line dal 2003.
Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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