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Politicamente corretto, leggere attentamente il foglietto illustrativo
Il politicamente corretto è la neolingua.
Che cosa c'entra la politica?
Politicamente corretto è la traduzione di politically correct. Abbiamo imparato a sostituire parole e espressioni sconvenienti con altre più neutrali, cioè spogliate di ogni connotazione negativa; ma siamo anche stati convinti della connotazione negativa di alcune parole quando, allo stesso tempo, ci sono state proposte (o imposte) espressioni alternative migliori, corrette, in linea con un certo modo di pensare politico.
Secondo alcune fonti, le prime tracce dell'uso di politically correct si collocano negli anni Trenta del Novecento negli Stati Uniti, all'interno di ambienti di Sinistra, in riferimento all'aderenza alla linea del Partito Comunista. In questo contesto, essere politicamente corretti significava aderire strettamente alla linea ideologica del partito, evitando deviazioni, od errori.
Non è una novità
L'agire sul modo di parlare è un agire politico. Usiamo le parole per formulare e comunicare agli altri un nostro pensiero. La cosa funziona bene se chi parla e chi ascolta usano lo stesso codice. Il linguaggio è anche una convenzione e varia con il tempo.
Esprimersi in modo politicamente corretto nell'Italia fascista voleva dire evitare le parole straniere, dare del Voi e non del Lei, offrire una bevanda arlecchino e non un cocktail, passare una serata al puttanambolo e non al tabarin (locale notturno di inizio Novecento, dove si assisteva a spettacoli di varietà e balletti) ecc.
Durante il fascismo l'uso di parole straniere nelle intestazioni delle ditte e nelle varie forme pubblicitarie era addirittura vietato per legge (legge 23 dicembre 1940, n. 2042).
C'è del fascismo nel politicamente corretto o, meglio, imporre un linguaggio corretto conforme a una ideologia è un atteggiamento fascista ma non esclusivamente di Destra.
Parole straniere | Parole italianizzate |
---|---|
brioche | brioscia |
champagne | sciampagna |
croissant | cornetto |
embargo | divieto, fermo |
film | pellicola |
hangar | aviorimessa |
krapfen | bombola |
menù | lista |
Fonte: babbel.com.
La neolingua di Orwell
Nel mondo distopico immaginato da George Orwell in "1984" pochissime persone scrivevano lettere e, in genere, la corrispondenza non era segreta. Al posto delle lettere si usavano cartoline prestampate in cui spuntare la frase che meglio si adattava all'esigenza del caso. Oggi facciamo più o meno la stessa cose con le reaction e i meme.
La neolingua era la lingua ufficiale che avrebbe sostituito l'archelingua entro il 2050, nel mondo raccontato da Orwell. Perché sostituire una lingua esistente (archelingua) con una nuova? Ce lo dice Orwell:
Fine specifico della neolingua non era solo quello di fornire, a beneficio degli adepti del Socing, un mezzo espressivo che sostituisse la vecchia visione del mondo e le vecchie abitudini mentali, ma di rendere impossibile ogni altra forma di pensiero.
da G. Orwell, I princìpi della neolingua, in "1984", Mondadori, 2001, p. 307.
Il romanzo ci vuol far capire che il linguaggio esercita un potere sul pensiero, perché senza le parole un concetto non può essere neanche pensato. Detto altrimenti, il modo in cui parliamo e scriviamo influenza il modo in cui pensiamo e viceversa. Per questo, la manipolazione del linguaggio può essere uno strumento pericoloso nelle mani di regimi totalitari o di chiunque voglia controllare il pensiero altrui.
Genitore uno/due oppure padre/madre?
La neolingua esiste anche nella realtà. Qual è la dicitura corretta: genitore uno e genitore due oppure padre e madre? Cancellare padre e madre si è manifestato come il riflesso di una ideologia contraria all'idea di famiglia intesa solo nel senso tradizionale, cioè con un padre e una madre come genitori.
Indicare genericamente Genitore uno e due rende più flessibile la modulistica da compilare per il rilascio di un documento ma, soprattutto, cancellare padre e madre serve a sostituire la vecchia abitudine mentale per cui la famiglia è fatta da una madre, un padre ed eventualmente dei figli.
Ne è seguito un dibattito del tutto inutile, perché la modulistica prevedeva già lo spazio per la firma con la dicitura genitore o chi ne fa le veci senza la necessità di specificare se madre o padre. I toni accessi e le polemiche sono state soprattutto espressione di dissenso e rifiuto verso l'ideologia politica su un modo alternativo di concepire la famiglia.
Buongiorno a tutte e a tutti
Una volta si diceva signore e signori, così come negli show americani si sentiva dire ladies and gentlemen, ed eravamo felici senza saperlo. La neolingua ha coniato un nuovo modo per salutare il pubblico con quel buongiorno rivolto a tutte e a tutti. Il linguaggio conforme all'ideologia impone come forma corretta il pleonasmo a tutte e a tutti.
Nella forma scritta la formula di saluto è sostituita da un più breve buongiorno a tuttə. La lettera ə (schwa) fornisce agli adepti un modo per esprimersi conforme all'ideologia e, imponendolo anche a chi legge, sostituisce un'abitudine mentale originaria con una squisitamente politica e del tutto particolare.
Politicamente corretto non è una questione morale
Quando accettiamo con benevolenza le espressioni della neolingua politicamente corretta, ci sembra di fare un bel gesto di buona educazione o una gentilezza. Accettiamo di buon grado, invece di chiederci perché mai un'espressione sia corretta dal punto di vista politico. Quale politica?
Politicamente corretta era puttanambolo al posto di tabarin per l'Italia fascista, perché la parola italianizzata era corretta secondo la linea politica del tempo.
Abbiamo capito come la manipolazione del linguaggio possa limitare la capacità di pensiero critico e imporre una determinata ideologia. A quale linea politica è conforme oggi il linguaggio politicamente corretto?
About me
Antonio Picco, blog on-line dal 2003.
Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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