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La scienza dei meme: cosa funziona e cosa no

Continuano i miei esperimenti con i meme.
L'algoritmo delle cose
L'algoritmo di qualsiasi social network (di massa) premia i contenuti visivi come immagini, brevi video, meme ecc. Quasi nessuno vuole leggere testi lunghi e l'attenzione del pubblico deve essere catturata in una frazione di secondo.
Alcuni giorni fa raccontavo del successo inaspettato per un mio meme su un gruppo di Facebook. Quel meme ha raccolto in tre giorni oltre 450 like e altre reazioni. Ci ho riprovato con un secondo meme, ma la magia non si è ripetuta allo stesso modo: 45 likes, che sono pochi in confronto agli oltre 450 del precedente ma tanti in confronto alla media delle reazioni degli altri contenuti pubblicati su quel gruppo.
I meme sulla fisica, nel giusto contesto, funzionano bene perché uniscono umorismo e sapere.
Al mio terzo meme su quel gruppo sono stato fermato da un amministratore che ne ha rifiutato la pubblicazione senza dare spiegazioni. Il meme è qui sotto. Io uso i meme di fisica per scopi didattici, nella vita reale, e lo comunicavo al gruppo.

La scelta del pubblico
Evitare i gruppi tossici. Ciò vuol dire scremare almeno il 95% delle pagine e dei gruppi e non parlo solo di Facebook.
Ironia sulle cose di tutti i giorni
Creo i miei meme con un generatore on-line, imgflip.com. Scrivo i testi, in inglese e/o in italiano, e posto il meme su un canale specifico, dal più generalista possibile fun a quelli più mirati ma con meno follower, come Mathematics o Science_Humour.
Posto sempre tutto anche su X (ex Twitter), cercando di seguire le tendenze (i trending topic).
Propongo di seguito i meme creati negli ultimi giorni.
Su Facebook, grazie per gli auguri

È una simpatica critica rivolta a chi, su Facebook, pubblica un messaggio di ringraziamento per i tanti messaggi di auguri ricevuti per il compleanno e tagga tutti gli amici che gli hanno fatto gli auguri.
Trump è categorico: that's a crime!
Qui il link al meme su imgflip.com: in inglese imgflip.com/i/9m5943 e in italiano imgflip.com/i/9m56uy.
Negazionisti

Il meme rappresenta in modo ironico un pacato scambio di vedute sul cambiamento climatico.
Qui il link al meme su imgflip.com: in inglese imgflip.com/i/9m6pzj e in italiano imgflip.com/i/9m7a0t.
L'ha detto l'ISTAT

Lo scorso 4 marzo i Media riportavano il dato ISTAT sull'occupazione nel nostro Paese. Su X, ISTAT era di tendenza, soprattutto in seguito a un post del Preidente del Consiglio.
Il tono dei commenti sui social network era più o meno così.
Qui il link al meme su imgflip.com: imgflip.com/i/9m99lg.
Integralisti

È un tentativo di meme didattico, rivolto a un pubblico più ampio possibile con i testi in inglese. Spongebob con aria compiaciuta risolve in modo semplice un difficile integrale, adottando l'integrazione per sostituzione (in inglese, U-Substitution).
Qui il link al meme su imgflip.com: imgflip.com/i/9m34zf.
Una breve analisi
Dai miei piccoli esperimenti con i meme ho imparato che l'algoritmo premia la brevità e la visualità, ma non sempre in modo prevedibile.
I meme che funzionano meglio sono quelli che fanno leva su situazioni quotidiane o temi di attualità, in cui le persone si possono identificare.
Trovare il pubblico giusto, che apprezza l'umorismo specifico di un meme, è fondamentale. I gruppi di appassionati di scienza o matematica, ad esempio, possono funzionare se la moderazione è trasparente.
Cavalcare l'onda di un trend del momento, come ho fatto con il meme sull'ISTAT, può amplificare notevolmente la portata di un meme.
Si accettano suggerimenti. Ora, si continua a sperimentare! Chissà quale sarà il prossimo meme a conquistare il web...
About me
Antonio Picco, blog on-line dal 2003.
Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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